Napoli: Dia confisca beni per 100 mln ad imprenditore casertano

 Napoli: Dia confisca beni per 100 mln ad imprenditore casertano

La Dia di Napoli ha confiscato definitivamenti beni per 100 milioni di euro ad Alfonso Letizia, imprenditore attivo in particolare nel settore della produzione e della vendita del calcestruzzo.

Le indagini hanno consentito non solo di ricostruire il suo reale assetto patrimoniale, ma anche di delineare i suoi rapporti di contiguità con il clan camorristico dei “Casalesi”, fazione “Schiavone”.
ritenuto contiguo al clan camorristico dei “Casalesi”.Letizia era riferimento della famiglia “Schiavone”. delineare la sua “pericolosità qualificata”, derivante dai rapporti emersi con il clan dei casalesi, fazione “Schiavone”, nel delicato e strategico settore della produzione e fornitura del calcestruzzo.

Alfonso Letizia era stato arrestato dalla DIA nel 2011 ,
nell’operazione “Il Principe e la (scheda) ballerina” – su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, a seguito dell’inchiesta giudiziaria nella quale erano emersi gli intrecci illeciti del ceto politico di Casal di Principe con l’ala militare e imprenditoriale del clan dei casalesi, fazioni “Schiavone” e “Bidognetti”, che si concretizzavano attraverso l’appoggio ai candidati indicati dall’organizzazione in occasione di consultazioni elettorali, in cambio dei successivi benefici economici garantiti dall’aggiudicazione di appalti, di assunzioni di personale compiacente, nonché di apertura di centri commerciali.

Letizia era considerato il riferimento della famiglia “Schiavone”, poiché metteva stabilmente a disposizione dell’organizzazione i propri impianti di produzione del calcestruzzo e le proprie strutture societarie ottenendo, di contro, l’ingresso nel cartello delle aziende oligopoliste che l’associazione imponeva sui cantieri presenti nel mercato casertano.

I decreti di sequestro e di confisca emessi dal Tribunale, a seguito della proposta del Direttore della DIA, eseguiti nel 2014 e nel 2018, sono stati confermati dalla Corte di Appello di Napoli e definitivamente dalla Corte Suprema di Cassazione. I beni acquisti al patrimonio dello Stato, per un valore di circa 100 milioni di euro, sono: – 6 aziende (operanti nel settore edile e immobiliare, dell’estrazione di inerti, della produzione e vendita del calcestruzzo); – 70 immobili, tra cui terreni e fabbricati, ubicati in vari comuni della provincia di Caserta e due in Cavezzo (MO); – 28 auto/motoveicoli; – numerosi rapporti finanziari.

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Redazione Tutto Sud News

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