Vaccini: perchè sono importanti

 Vaccini: perchè sono importanti

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Il 2021 è l’anno della speranza, sono arrivati i vaccini. Finalmente, il 2020 se n’è andato, sembrava non finisse più, con la sua interminabile scia di dolore.

“Anno bisesto, anno funesto”, mai detto fu più calzante! Eravamo, sì, un po’ preoccupati ma quello che è successo ha superato qualsiasi previsione!

All’improvviso, ci siamo ritrovati inconsapevoli attori protagonisti di un film di fantascienza: un virus si insinua nelle nostre vite e inizia un contagio planetario che parte dalla Cina e, prima lentamente, poi, sempre più velocemente dà inizio ad una pandemia.

L’Italia è la prima nazione europea ad essere colpita, perché? Chi è il paziente zero? E, poi, gli altri Paesi dell’U.E. che, all’inizio, non danno peso alla nostra richiesta d’aiuto, salvo, di lì a poco, essere contagiati e chiedere scusa.

Per scongiurare il contagio siamo stati costretti a rimanere in casa, con gravi conseguenze per il sistema economico mondiale. Sembra la sceneggiatura di un film di fantascienza se non fosse… tutto vero!

Ancora, oggi, stiamo subendo la seconda ondata del contagio e speriamo di scongiurare terza…e la Speranza? L’anno si conclude con l’approvazione del primo dei tre vaccini prodotti con una velocità mai vista prima d’ora, e il 2021, inizia con la prosecuzione della campagna di vaccinazione, iniziata il 27 dicembre, V – day, per tutti i Paesi della Terra.

Cerchiamo, allora, di capire perché è così importante vaccinarsi. I Virus sono organismi primitivi con un solo acido nucleico; nello specifico, i Coronavirus sono virus a RNA.

Quando attaccano la cellula ospite aderiscono ad essa per mezzo di proteine, fra cui la Spike che consente l’ingresso dell’ RNA nel suo nucleo.

In tal modo, la cellula è indotta a riprodurre il genoma virale; in seguito si assemblano tante copie del virus pronte a diffondersi, dopo aver danneggiato la cellula ospite, per attaccare le cellule vicine, con la stessa modalità

La vaccinazione è una pratica iniziata nella metà dell’Ottocento. Il termine fu proposto da Jenner perchè lo estrasse dal pus delle pustole presenti nelle mammelle delle vacche.

Da allora, sono stati prodotti tanti tipi di vaccini che hanno salvato molte vite umane. Il vaccino che si sta inoculando in questi giorni, in Italia, prodotto dalla Casa farmaceutica Pfizer – BioNTech, rientra nei cosiddetti vaccini sintetizzati con la tecnologia dell’mRNA.

L’RNA messaggero è una sequenza di nucleotidi, ognuno dei quali è formato da: acido fosforico, ribosio, uno zucchero a cinque atomi di carbonio e una base azotata.

Secondo i dati forniti dall’Organizzazione mondiale per la Sanità, i nucleotidi, contenuti nell’mRNA sono 4284; è diviso in diverse regioni, compresa quella che inizia la produzione della proteina Spike del coronavirus Sars – Cov – 2.

In tal modo, nel nostro sistema immunitario, viene stimolata la produzione di anticorpi e linfociti T che neutralizzano il virus. L’mRNA, dopo aver indotto la risposta anticorpale, viene degradato in pochi giorni. La somministrazione è in due dosi a ventuno giorni di distanza.

L’immunità si acquisisce una settimana dopo la seconda somministrazione. Gli effetti collaterali sono di lieve entità e simili a quelli degli altri vaccini: gonfiore nella zona dove è stato inoculato, stanchezza, mal di testa, dolori muscolari, febbre; è efficace al 95%.

Il vaccino di Pfizer deve essere conservato a temperatura molto bassa dell’ordine dei – 88°, non deve essere mai interrotta, quindi, la catena del freddo.

La vaccinazione procederà secondo un piano che prevede, in prima istanza: il personale sanitario, le forze dell’ordine e gli anziani residenti nelle RSA.

Altri vaccini approvati sono quelli prodotti da Moderna e Oxford – AstraZeneca, il primo con una tecnologia a mRNA come quello sintetizzato da Pfizer, in due dosi somministrate, però a 28 giorni di distanza e da conservare, sempre, a temperatura molto bassa; il secondo è a vettore virale: viene inoculato un virus trattato, quindi il DNA, diventato innocuo, produce la proteina Spike che provoca la risposta immunitaria.

Quest’ultimo richiede, per la sua conservazione, temperature più alte, simili a quelle degli altri vaccini in uso e ha un costo più contenuto. E’ efficace al 90%.

La vaccinazione si pratica su base volontaria deve essere, quindi, una scelta consapevole, un atto di civiltà che tutela non solo la propria vita ma anche quella degli altri: solo se si raggiunge un’alta percentuale di vaccinati si raggiunge la cosiddetta immunità di gregge, utile per proteggere anche i soggetti più fragili che, per varie patologie o forme allergiche, non possono vaccinarsi.

Maria Giuffrida


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