Centenario dell’Eparchia di Lungro (CS): il 13 febbraio inizieranno le solenni celebrazioni

 Centenario dell’Eparchia di Lungro (CS): il 13 febbraio inizieranno le solenni celebrazioni

L’Eparchia di Lungro, in provincia di Cosenza, si appresta a celebrare e festeggiare il primo centenario dalla istituzione.

Nella recente Sessione invernale della Conferenza Episcopale Calabra, gli arcivescovi e vescovi delle Chiese di Calabria hanno rinnovato gli auguri ai fedeli, al presbiterio e al vescovo della diocesi di Lungro, mons. Donato Oliverio, in occasione della ricorrenza del primo centenario dell’istituzione dell’Eparchia degli italo-albanesi dell’Italia continentale. Affidando un più compiuto pensiero augurale ad una lettera ufficiale, i presuli calabresi hanno espresso “la stima e l’apprezzamento per l’Eparchia di Lungro, sede della Chiesa cattolica italo-albanese di rito orientale, immediatamente soggetta alla Santa Sede, per aver mantenuto integro l’antico patrimonio linguistico ed ecclesiale bizantino, una vera e propria isola orientale nel cuore della Chiesa cattolica”.

Per i vescovi calabresi “la convinzione è che, anche mediante l’opera teologica e pastorale svolta dalle Chiese orientali cattoliche, si possa proseguire nella ricerca della piena comunione tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse, nonostante certi ostacoli del passato”.

Le celebrazioni inizieranno mercoledì 13 febbraio 2019 con la Divina Liturgia Pontificale che sarà officiata nella Cattedrale di San Nicola di Mira in Lungro. Alla solenne cerimonia, per l’occasione interverranno il cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le chiese orientali, il cardinale Ernest Simoni, superstite della persecuzione ateista in Albania. Parteciperà anche il presidente della repubblica di Albania Ilir Meta.

Il 24 maggio ci sarà un incontro con il Presidente della repubblica Giorgio Mattarella e il 25 maggio è prevista una udienza speciale di Papa Francesco che riceverà le comunità della Eparchia.

Gli eventi celebrativi di questo storico centenario continueranno tutto l’anno.

Fu, infatti, Papa Benedetto XV che il 13 febbraio 1919, con la Costituzione Apostolica “Catholici fideles”, istituì l’Eparchia di Lungro degli Italo-Albanesi dell’Italia Continentale per “I fedeli cattolici di rito greco, che abitavano l’Epiro e l’Albania, fuggiti a più riprese dalla dominazione dei turchi, … accolti con generosa liberalità … nelle terre della Calabria e della Sicilia, conservando, come del resto era giusto, i costumi e le tradizioni del popolo greco, in modo particolare i riti della loro Chiesa, insieme a tutte le leggi e consuetudini che essi avevano ricevute dai loro padri ed avevano con somma cura ed amore conservate per lungo corso di secoli.”

La Santa Sede con questo provvedimento, rispondendo con paterna benevolenza, alle pressanti richieste di tutela avanzate per lungo tempo dai discendenti del condottiero albanese Giorgio Castriota Skanderbeg, ha riconosciuto giuridicamente e per prima in assoluto la realtà unitaria e particolare degli Italo-Albanesi e ha donato ad essi una configurazione di diritto ecclesiale e civile.

L’esodo degli albanesi in Italia risale ai secoli XV-XVIII,  dopo il Concilio di Firenze del 1439, la caduta di Costantinopoli del 1453 e la morte di Skanderbeg nel 1468.

In quegli anni si spostò una Nazione intera, una Chiesa, il cristianesimo albanese, la lingua albanese, un popolo intero con il suo patrimonio. I profughi dovettero dolorosamente abbandonare la Madre Patria, per poter rimanere in vita, liberi e cristiani; nell’esodo portarono con loro poche cose, le meno pesanti, le più preziose, quelle incancellabili: i ricordi, la lingua, il rito bizantino; mentre nel suolo patrio lasciarono dolore, vuoto e desolazione. Essi furono benevolmente accolti ovunque, come fratelli nella medesima fede cristiana.

L’istituzione dell’Eparchia di Lungro è il coronamento di un lungo percorso storico nel quale la Divina Provvidenza ha costantemente protetto questo piccolo popolo orientale integratosi pienamente nel tessuto della Chiesa latina, senza però perdere le proprie caratteristiche identitarie e peculiari. I Pontefici romani furono sempre paternamente provvidenti nei loro riguardi perché potessero avere condizioni di salvaguardia del proprio patrimonio ecclesiale orientale.

L’Eparchia ha sede a Lungro, una ridente cittadina di circa 3.000 abitanti, posta sul versante sud–ovest della Catena montuosa del Pollino, ai piedi del Monte Petrosa, ad un’altitudine di 600 metri sul livello del mare. Il Trono vescovile si trova nella Chiesa Madre di tutte le Chiese dell’Eparchia, la Cattedrale di San Nicola di Mira, costruita tra il 1721 e il 1825. Maestosa nella sua pianta romanico–barocca a croce latina è stata impreziosita negli ultimi decenni da pregevoli mosaici e affreschi, che la rendono un luogo unico in cui arte bizantina e spiritualità orientale si coniugano felicemente, tanto da portarla ad essere considerata la Chiesa più importante del cattolicesimo bizantino arbëresh in Italia. Nella sua cupola domina il maestoso Cristo Pantocrator “volto della misericordia del Padre”.

L’Eparchia ha 30 Parrocchie italo-albanesi di rito bizantino che sono ubicate in  paesi sparsi, a macchia di leopardo, sul territorio di quattro Diocesi della Calabria: Cassano Ionio, San Marco Argentano, Rossano-Cariati e Cosenza-Bisignano e altre tre Diocesi al di fuori della regione, Tursi-Lagonegro, Lecce, Pescara-Penne.

In questi centri gli abitanti, per strada e in famiglia, parlano l’arbëresh e nelle Chiese, durante le ufficiature liturgiche, i fedeli pregano e cantano in greco e in albanese. I fedeli dell’Eparchia sono circa 40.000 nei paesi e altrettanti sparsi in varie città della Penisola italiana. Ad assisterli nel loro cammino di divinizzazione ci sono una cinquantina di papàdes.

Nell’Eparchia si vive e osserva, con pienezza di comunione ecclesiale con la Sede di Pietro, la tradizione bizantina con il suo ricco patrimonio liturgico, cerimoniale, iconografico, teologico, spirituale, melurgico. Tali caratteristiche rendono la medesima, in Calabria e in Italia, segno vivente della realtà dei primi secoli dell’era cristiana, quando greci e latini vivevano in comunione e lodavano ciascuno nella propria lingua e secondo le proprie tradizioni l’unico e solo Dio.

In questo primo centenario, l’Eparchia ha avuto quattro Vescovi. Il primo è stato Mons. Giovanni Mele, eletto all’età di appena 33 anni. Egli ha governato per 60 anni, dal 1919 al 1979 e si è eroicamente impegnato nell’ardua impresa di dare unitarietà alle Parrocchie della novella Eparchia che, precedentemente, appartenevano a ben 6 diverse Diocesi: Cassano Allo Jonio, Rossano, Bisignano, Anglona, Penne, Lecce, ubicate in 4 differenti regioni: Calabria, Basilicata, Abruzzo, Puglia.

Il suo successore Mons. Giovanni Stamati ha proceduto con eguale zelo apostolico per il recupero della spiritualità bizantina e per una uniforme fisionomia ecclesiale nel segno della continuità, della custodia e della valorizzazione dell’avito patrimonio spirituale e storico-culturale. Egli, a ridosso del Concilio Vaticano II, nel 1968, ha decretato l’uso liturgico della lingua albanese, materna e del popolo, come forte segno di unità diocesana nonchè di appartenenza e di vicinanza ad un popolo al quale, nella propria terra, era  negata la libertà di poter pregare Dio.

Il terzo Vescovo, Mons. Ercole Lupinacci, dal 1987 al 2010, ha provveduto ad elevare alla confacente dignità il patrimonio liturgico ed iconografico delle Chiese parrocchiali portandole ad una configurazione più aderente alla tradizione bizantina. Nel corso del suo ministero è stata celebrata la Prima Assemblea Diocesana dalla quale è venuto fuori un compendio di indicazioni per una buona vita ecclesiale, comunitaria e individuale, in linea con il patrimonio spirituale orientale.

Il Vescovo attuale è Mons. Donato Oliverio. Il suo programma pastorale lo si è intravisto già nei primi passi del suo episcopato. Egli, appena insediatosi, ha guidato un pellegrinaggio di fedeli alla tomba dell’Apostolo Pietro, per elevare ringraziamento a Dio per la tanta benevolenza elargita agli arbëresh nel corso della loro permanenza in Italia e per ribadire la piena fedeltà degli Italo-Albanesi alla Chiesa Cattolica e al Papa di Roma. Nel suo secondo anno di episcopato, con una delegazione del suo presbiterio, è stato ricevuto ufficialmente dal Patriarca Bartolomeo a Costantinopoli al quale ha confermato che gli Italo-Albanesi mantengono viva la fede cristiana nella tradizione bizantina ricevuta dai padri. L’anno successivo si è recato in Albania a baciare la terra degli Antenati e ad incontrare i Vescovi albanesi, Cattolici e Ortodossi, nonché i responsabili delle comunità musulmane e bektashane, simboli viventi della rinascita della luce in quella terra di martirio e segnali di speranza per il mondo intero per le loro scelte di dialogo e di passi di pace.

Il Vescovo Donato vuole guidare l’Eparchia di Lungro con i suoi fedeli italo-albanesi – di tradizione bizantina vissuta in piena comunione in un territorio di tradizione latina – a spendersi per l’unità dei cristiani per esprimere profeticamente il futuro prossimo della Chiesa.

In occasione del centenario le Poste Vaticane emetteranno un francobollo commemorativo con l’annullo filatelico.

Luigi Bulotta

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