Elezioni regionali in Calabria: l’appello del MEIC ai candidati, i calabresi attendono risposte concrete dalla politica

 Elezioni regionali in Calabria: l’appello del MEIC ai candidati, i calabresi attendono risposte concrete dalla politica

E’ entrata, ormai, nel vivo, in Calabria, la campagna elettorale per le elezioni del Presidente e del Consiglio regionale. Tante sono le perplessità e gli interrogativi che i calabresi onesti e di buona volontà si pongono viste le squallide vicende che hanno portato all’individuazione dei candidati presidente e poi alla formazione delle liste. Fino a qualche giorno prima della scadenza del termine, ancora i vari gruppi politici non avevano trovato un’intesa: c’era chi si era autocandidato, chi voleva candidarsi a tutti i costi pur non essendo gradito, chi minacciava di correre da solo pur di cercare di accaparrarsi una poltrona; in tutto questo, neppure uno straccio di programma, ma solo un’affannosa ricerca di candidature, palesando solo interessi personali, una corsa sfrenata al potere, dimostrando assoluto disinteresse alla promozione e tutela della Calabria e della collettività calabrese. Alla fine sono usciti fuori i nomi dei candidati presidente e poi le rispettive liste e ci sono i contenti e, ovviamente, gli scontenti; ci sono anche, e sono tanti, coloro che sono passati, senza alcun pudore, da una sponda all’altra, ritenendo più sicura quest’ultima.

Ora sono tutti in movimento per rastrellare consensi, facendo promesse, promettendo lavoro, sviluppo economico, insomma potrebbe essere il solito libro dei sogni a cui ormai i calabresi, da decenni delusi dalla cattiva amministrazione di ogni parte politica che si è susseguita la potere e al governo della Regione, non credono più e si aspettano concretezza di impegno, serietà di amministrazione.

I calabresi, questa volta, ormai esasperati dalla mala politica, si aspettano qualcosa di diverso, sperano, infatti, in  un programma ed un progetto politico serio, concreto e realizzabile su cui trovare consensi e su cui misurarsi con gli elettori per cercare di realizzare le tante cose che da anni aspettiamo, e che ad ogni elezione vengono ritualmente promesse, ma sistematicamente deluse.

Sicuramente la politica, quella vera, è ben altra, è diversa da quella che oggi subiamo, frutto delle degenerazioni accumulatisi nel tempo.

Il termine politica, sappiamo, deriva dalla parola greca pòlis, che significa città organicamente costituita e non somma di interessi particolari. La pòlis è il luogo idoneo alla dimensione compiuta dell’esistenza. I greci vedevano nel vivere “politico” l’essenza della vita. La politica, dunque, nasce dall’uomo e si rivolge all’uomo per realizzare il bene comune, la qualità della vita di ogni essere umano, un bene che, essendo comune, non è di alcuni, ma universale. “Il bene comune – ha affermato Giovanni Paolo II – per essere veramente comune, deve essere in rapporto diretto con l’intera società” Il bene di tutti e quello di ciascuno si determinano l’un l’altro senza assorbirsi. Per realizzarsi il bene comune bisogna tenere presenti i principi di sussidiarietà e di solidarietà. Ed il bene comune è realizzabile solo con il partecipare alla vita politica, ogni individuo ha l’obbligo di parteciparvi per dare il suo contributo al perseguimento del bene comune.

Per realizzare il suo fine, la politica si serve del potere politico. La politica comporta certamente la ricerca, la conquista e l’esercizio del potere. Tuttavia, il potere non può essere l’unico elemento della politica. Il potere è necessario per orientare gli sforzi e gli interessi svariati verso un obiettivo comune. Il potere deve essere solo un mezzo per il raggiungimento del bene comune e di ciò in cui il bene consiste: l’ordine, la giustizia, l’affermazione ed il godimento dei diritti, il mantenimento della pace, della concordia sociale.

Se si stravolge il rapporto persona-società, il concetto di bene comune perde la sua valenza e la politica si riduce a ricerca e conservazione del potere. In tal modo, agire politicamente significa solo aspirare al potere, lottare per il potere, vivere per conquistare il potere, snaturando, come oggi spesso accade il vero senso della politica. Il potere politico non può essere a beneficio delle persone che lo esercitano, ma a beneficio della comunità e di tutti i membri che la compongono. La vera politica è, infatti, chiamata per sua natura a creare una società giusta, ad eliminare le condizioni che creano condizioni di disuguaglianze ed ingiustizie. Ma sarà possibile fare in modo che il potere politico sia usato sempre per il bene comune o, ormai, è solo una utopia?

La politica deve tornare ad essere servizio per la collettività, questo vale a livello nazionale, ma deve valere ancora di più per il nostro Sud se vogliamo uscire fuori dall’isolamento e dell’emarginazione sociale ed economico.

E’ su questi temi che bisogna confrontarsi, aprire dibattiti con le sane forze  e sono tante le componenti positive, individuare le priorità, le strategia per soddisfare i bisogni e, poi, individuare le persone, con una attenta selezione, che possono realizzare questo obiettivo. 

I candidati a Presidente

In questa logica di rinnovamento della politica e dell’agire politico, è intervenuta la delegazione regionale del MEIC* (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale) con una lettera aperta che ha come destinatari tutti i candidati al Consiglio regionale e, sostanzialmente è un accorato appello alla buona amministrazione, al rispetto delle regole, a mantenere ciò che promettono, al rifiuto di logiche clientelistiche e corruttive, di lobbies palesi o oscure che dietro le quinte governano e decidono, invitando tutti i candidati a impegnarsi a garantire il primato dell’interesse pubblico e del bene comune.

Pubblichiamo con piacere, di seguito, la lettera del MEIC, augurandoci che almeno una buona parte dei candidati ne colgano il significato e si adoperino a invertire rotta.  Ma siamo convinti che i calabresi sono ormai maturi ed attenti, anche perché scottati dalle esperienze precedenti, e sono in grado, nel loro interesse, di valutare persone e cose e di scegliere nel modo migliore!! Le urne presto parleranno.

Invitiamo i candidati a esporre il loro pensiero sulla lettera del MEIC e precisare come intenderanno operare in caso di elezione.

La Redazione sarà ben lieta di pubblicare gli interventi dei candidati che vorranno esprimersi in merito e di tutti i cittadini che vorranno dare il loro contributo. La mail è: redazione@tuttosudnews.it

Luigi Bulotta

* Il MEIC è una associazione di cristiani laici che si propongono di contribuire, in modo proprio, in Italia e nella peculiarità delle Chiese locali, per cooperare nello spirito evangelico alla maturazione della coscienza civile, realizzando un’esperienza ecclesiale orientata, tra l’altro, all’impegno culturale di ricerca e di discernimento critico, nonché di attenzione alle istanze socialmente più rilevanti, per collaborare a una mediazione coerente tra fede e storia, ad operare in solidarietà e corresponsabilità con tutta la comunità per la realizzazione di una pastorale attenta ai segni dei tempi e animata da spirito ecumenico.

La Delegazione regionale per la Calabria del MEIC è composta da: Salvatore Misiano, delegato; Luigi Bulotta, vice Delegato; Lucia Bellassai, vice Delegato; Augusto Sabatini,  consigliere nazionale ; don Francesco Antonio Spadola, Ass.te spirituale.

DELEGAZIONE REGIONALE CALABRIA  

Egregi candidati,  
siamo ormai in prossimità dello svolgimento delle elezioni regionali, che vedono: Voi tutti, in accesa competizione; e noi, cittadini calabresi tutti, nelle condizioni di poter ancora una volta coltivare la speranza di avere un governo regionale nuovo e seriamente innamorato del vero bene comune, in grado di prendersi cura responsabilmente ed efficacemente della Calabria. In questo momento, in questi “qui ed ora” speciali, desideriamo farVi pervenire un appello che possa ricordarVi i bisogni della gente che ritenete di poter rappresentare, in caso di vittoria nella prossima competizione elettorale.
Dopo il plauso (tutt’altro che unanime, purtroppo) all’ultima operazione condotta dalla DDA di Catanzaro, che pochi giorni prima del Natale ha visto eseguire gli arresti di più di trecento persone, tra le quali politici, professionisti, militari oltre ad appartenenti alle cosche di mafia, all’indomani di un’indagine che ha ancora una volta tolto la maschera alla fitta rete di rapporti tra ‘ndrangheta, mondo delle professioni, mondo della politica, massoneria deviata, si ritiene che Vi appaia ormai chiaro e netto il bisogno avvertito dai calabresi di uscire dal dominio soffocante cui la terra di Calabria è stata piegata dalle suddette connivenze e dall’inenarrabile prostituzione della politica alla ‘ndrangheta.
E questo seppur vero è che resta drammatica, nella relazione che riguarda il rapporto tra politici eletti rivelatisi corrotti e cittadini votanti rivelatisi corruttori, la responsabilità di questi ultimi ed essa è pari, se non addirittura maggiore, di quella dei corrotti. Si chiede, dunque, che il nuovo Governo instauri in primis un clima di rispetto delle norme dando per primo, nello svolgimento della sua funzione esecutiva, l’esempio di adesione a quanto esse stabiliscono. Solo se tale adesione sarà visibile nelle istituzioni che maggiormente sono rappresentative della Regione,  si potranno porre le condizioni perché i calabresi e la Calabria abbiano la speranza di un futuro fatto di lavoro onesto, retribuito in modo regolare, in grado di poter sfruttare le risorse  di cui la regione è stata  dotata naturalmente, proprio quelle delle quali scrive il nostro Leonida Repaci, senza che esse rischino di venire deturpate nella gestione poco trasparente di alcune filiere lavorative.
Solo se tale adesione sarà visibile i calabresi potranno sperare di restare in Calabria e di non dover emigrare per sopravvivere. Lo smantellamento di certe altre filiere lavorative, smontate nella nostra terra per essere rimontate altrove, quasi sempre al Nord, ci condanna già a dover seguire il lavoro, lasciando qui solo i ricordi e gli anziani. Solo se tale adesione si farà visibile si potrà avere la ragionevole certezza di costruire nuove strade, rinnovare la rete ferroviaria attuale con l’alta velocità e portare fuori dall’isolamento la Calabria, specialmente nel litorale jonico che versa in condizioni di abbandono e di esclusione dalla vita nazionale.
E ci si è chiesto più volte se tale isolamento è stato il risultato involontario di più concause, anche non predeterminate, o il frutto perverso di un piano architettato a tavolino. Solo se tale adesione sarà visibile si potrà rendere la Calabria davvero allettante perché imprenditori provenienti da altri luoghi d’Italia o del mondo decidano, sicuri di non essere stritolati dal pizzo e dal malaffare, di venire ad investire nella nostra regione. Pur nella limitata rilevanza della funzione legislativa riconosciuta dalla Costituzione italiana alle Regioni, Vi si chiede di ricordare, in caso di affermazione nella prossima competizione elettorale, specialmente i bisogni di salute di noi cittadini calabresi, mortificati nella possibilità di aver garantito il diritto ad essere curati nella nostra stessa terra e senza la necessità di affrontare i cosiddetti “viaggi della speranza” (nel caso in cui ci sia ancora il tempo per farli …).
Non mancano da noi le intelligenze necessarie ad assicurare l’effettività di tale diritto. È noto a tutti che in moltissimi ospedali italiani primeggiano medici calabresi, i quali non riescono ad emergere a sufficienza in Calabria per difficoltà organizzative e per effetto di un vecchio e nuovo clientelismo che hanno determinato la sistemazione nei posti pubblici del settore sanitario di personale mediocre, dal quale chi ne ha garantito l’assunzione non si farebbe mai curare sapendo di poter contare su disponibilità economiche idonee a garantirgli un’assistenza medica in luoghi dove abita il merito e non il clientelismo. Ciò Vi viene richiesto anche se il risultato elettorale Vi vedesse non vincitori ma in minoranza e all’opposizione. Vi chiediamo di superare “la logica della rissa” che anima molte amministrazioni locali, regionali (e tanto altro e alto), nelle quali succede che, invece che esser orientati al perseguimento del bene comune, si continui in un clima di perenne aria di campagna elettorale l’esercizio della guerra a discapito della soluzione dei problemi che continuano a restare insoluti e ad infiacchire territori già poveri.
Vi viene ancora richiesto che nell’esercizio delle Vostre funzioni legislative ed esecutive non ci facciate desiderare ulteriori interventi della magistratura (che dimostrerebbero l’incapacità dei calabresi di autogovernarsi) ma che riusciate a fare sentire la voce di chi rappresentate presso le istituzioni statali sovraordinate alla Regione e deputate al risolvimento anche dei problemi calabresi. L’efficacia della rappresentatività che pensate di poter esercitare (e che Vi ha determinato nella decisione di candidarVi) non dovrà confermarsi un mero fantasma che ha agitato i soli tempi della campagna elettorale. Essa dipende, come già detto, dalla capacità di restare aderenti alle regole ma al contempo di essere in grado di vedere prima degli elettori e degli altri competitori la soluzione ai problemi della comunità calabrese in termini di efficacia, giustizia e bellezza. Bellezza non tanto estetica, quanto frutto di un equilibrio sempre vitale ed effetto di una promessa di vitalità e energia.
Vorremmo infatti che questa nostra terra già naturalmente bellissima potesse continuare a vivere nella normalità che il ciclo vitale fisiologico prevede e che non si trasformasse in un ospizio. Un ospizio, per giunta, a due piani: un pianoterra in pessime condizioni per poveri anziani calabresi e un piano superiore scintillante, con vista sui nostri mari e nostri monti, per ricchi anziani che potranno venire in Calabria da altri luoghi a garantirsi una vecchiaia dorata.
Questo è l’auspicio di alcuni, ma noi vorremmo molto di più. Vorremmo che la Calabria potesse restare viva con tutte le fasce di età che l’esistenza offre di vivere. A tutti, principalmente ai più giovani, dovrebbero essere garantiti crescita, sviluppo, libertà nella scelta di restare o di andare via. Perché di scelta si dovrà trattare e non di un obbligo. Solo uno sguardo lungimirante e non piegato sui propri interessi, solo un’intelligenza acuta e in grado di stringere relazioni sapienti e produttive di bene con forze buone, solo una capacità di reinventarsi l’uso delle risorse che già abbiamo, solo questo potrà darci il meglio che vorremmo. E solo se Voi saprete darci prova di essere attrezzati per fare tutto questo e non di svolgere un ruolo esecutorio di cose decise da altri per gli interessi di lobbies palesi o oscure (o, addirittura, in clandestinità e nell’illegalità), noi potremo accordarVi la nostra fiducia.                                                     
  Delegazione Regionale MEIC  – Calabria    

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