Coronavirus: ci mancava il Zangrillo parlante

 Coronavirus: ci mancava il Zangrillo parlante

A Napoli esiste un modo di dire :” Steveme scarz”, Stavamo scarsi”, un’accezione ironica, che potrebbe essere tradotta sinteticamente come “ci mancava solo lui/lei!”.

Eh si perchè in un periodo così buio, pieno di paure, che da mesi ci costringe a navigare a vista, ad affrontare un nemico sconosciuto, difficile da interpretare e combattere, ci si aspettava, almeno, che i cd “scienziati”, fossero la classica luce nel buio, il punto fermo, la mano a cui aggrapparsi nel mare in tempesta.

Ma, ahime, nel mentre l’immenso esercito di medici ed operatori sanitari, la truppa fatta di anonimi camici bianchi, si sono rimboccati le maniche, anzi , si sono bardati di tute, mascherine, guanti e, con le armi che avevano a disposizione, hanno affrontato eroicamente il “mostro” , pagando anche con la propria vita, i generali, quelli che avrebbero dovuto indicare la tattica vincente, hanno pensato invece di darsele di santa ragione.

I saggi, le menti più illuminate del paese, quelli che occupano i posti più importanti della Sanità italiana, colti dal “virus” da sovraesposizione mediatica e voglia di protagonismo hanno mostrato quanto di peggio si potesse vedere mettendosi a duellare usando giornali e televisioni come
campi da battaglia: resterà indimenticabile ai nostri occhi la reazione isterica del Prof. Galli da Milano che, indispettitosi a causa dei riflettori puntati sul Prof. Ascierto da Napoli, inveisce davanti a milioni di telespettatori contro il collega per rivendicare la primigenia dell’uso nordico del Tocilizumab.

Eravamo solo all’inizio dell’epidemia e si sperava che questo spiacevole episodio rimanesse isolato, anzi, servisse da lezione, compattasse immediatamente il mondo scientifico nazionale ed invece, oggi, a distanza di mesi ci si accorge che era solo il primo di una lunga sequela di colpi bassi, che questi illuminati signori hanno continuato a darsi pubblicamente.

Inutile spiegare quale possa essere il risultato, su una popolazione disorientata già di suo, quando la scienza parla con mille voci: quelli che..pro mascherina e chi no, quelli che “si ai test sierologici a tappeto” e quelli he “ma anche no”, quelli che ” distanza si e distanza no”, quelli che ” il confinamento è l’argine alla diffusione del virus e quelli che ” è uno delle maggiori cause della diffusione” e via dicendo.

Ora che ci sia appresta ad affrontare , probabilmente, la fase più importante, quella del liberi tutti seppur con il massimo delle precauzioni da seguire, sarebbe necessario dare le più chiare indicazioni di comportamento ed evitare che la confusione possa insinuarsi tra la gente.

Invece succede che, durante la trasmissione televisiva domenicale di Lucia Annunziate “Mezz’ora in più”, neanche un minuto dopo dopo l’intervento del Ministro della Sanità, Speranza, che ribadisce perentoriamente il bisogno di comportamenti corretti in quanto il rischio zero non esiste ora, e arriverà solo con il vaccino, viene intervistato tal , Dott. Alberto Zangrillo, direttore della terapia intensiva del San Raffaele di Milano, luminare noto
anche per essere il medico personale di Silvio Berlusconi, che decide di dare il proprio contributo alla causa e senza mezzi termini dice: “Mi viene veramente da ridere. Oggi è il 31 di maggio e circa un mese fa sentivamo gli epidemiologi dire di temere grandemente una nuova ondata per la fine del mese/inizio di giugno e chissà quanti posti di terapia intensiva ci sarebbero stati da occupare.

In realtà il virus, praticamente, dal punto di vista clinico non esiste più…..non si può continuare a portare l’attenzione, anche in modo ridicolo, dando la parola non ai clinici, non ai virologi veri, ma a quelli che si auto-proclamano professori: il virus dal punto di vista clinico non esiste più…terrorizzare il paese è qualcosa di cui qualcuno si deve prendere la responsabilità”.

Immediate le reazioni del mondo scientifico: si parte dal presidente del Consiglio superiore di sanità e componente del comitato tecnico scientifico Franco Locatelli che accoglie con “assoluto sconcerto” e “grande sorpresa” le sue dichiarazioni così come Luca Richeldi, direttore di Pneumologia al Policlinico Gemelli che ribadisce come il virus circoli ancora ed è sbagliato dare messaggi fuorvianti che non invitano alla prudenza.

Il tutto avviene mentre l’Italia si appresta ad affrontare la cd. fase 3, la più importante, quella dei mesi che ci vedrà affollare spiagge, ristoranti, aerei , treni, quella della movida, dell’arrivo dei turisti nostrani e stranieri, quella che avrebbe dovuto essere delle regole certe. Ci mancava anche il contributo del Dott. Zangrillo, steveme scarz!

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Redazione Tutto Sud News

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