Il calcio tedesco riparte tra regole severe ed improbabili proibizioni

 Il calcio tedesco riparte tra regole severe ed improbabili proibizioni

Il calcio in Germania si prepara alla ripartenza e per l’occasione, la German Football League (DFL) ha confezionato, per le autorità, un documento di oltre 50 pagine, con il quale ha convinto il governo federale e le regioni a rilanciare il calcio, ovviamente, a porte chiuse.

Il testo, che contiene le cd. misure draconiane atte a proteggere calciatori ed addetti ai lavori, è un codensato di prescrizioni che vanno dal severo, all’improbabile per sconfinare, infine, nel ridicolo.

Partiamo, tanto per semplificare l’argomento, dalle misure generali e , francamente, più logiche di questa Bibbia della ripartenza calcistica: il pilastro del piano prevede che giocatori ed allenatori debbano sottoporsi a test di coronavirus almeno due volte alla settimana e alla vigilia di ogni partita, e l’immediata emarginazione, all’interno dei club di qualsiasi persona dichiarata positiva.

Fin qui tutto OK, ma la decisione di mettere in quarantena il resto della squadra non dipende dai club, ma dalle autorità sanitarie locali. La Germania, essendo uno stato federale, prevede che ogni regione adotti la propria politica di prevenzione.

Ciò potrebbe comportare che laddove una squadra, nel caso di positività di un atleta, potrà essere messa in quarantena in una regione, in un’altra, pur trovandosi nella stessa situazione, potrà continuare ad allenarsi normalmente.

All’insegna della logica anche le disposizioni riguardanti stampa e cameramen improntate sulla limitazione di presenze e del giusto distanziamento.

Le norme iniziano ad entrare ai confini del surreale e del ridicolo quando trattano nello specifico delle precauzioni a cui dovranno attenersi i calciatori.

Cominciamo dall’arrivo delle squadre:i team dovranno arrivare in diversi autobus, al fine di rispettare la distanza di 1,5 metri tra le persone. Tutti sull’autobus dovranno indossarele maschere.

Negli spogliatoi, anche la distanza dovrà essere rispettata e le squadre entreranno nel prato una dopo l’altra attraverso il tunnel, mantenendo sempre le distanze. Nessun contatto, nessuna stretta di mano, nessuna foto di gruppo, nessuno scambio di gagliardetti.

Sul terreno di gioco tutti i giocatori nell’area del prato dovranno indossare mascherine, compresi i sostituti sulle panchine. Solo i giocatori e gli arbitri di campo non li indosseranno . I palloni verranno regolarmente disinfettati durante la partita.

Il contatto fisico si limita allo svolgere delle azioni e sarà obbligatorio evitare di baciare e toccare le mani per celebrare i goal….”I contatti del gomito o del piede sono da preferire.”

La prima cosa che salta agli occhi, leggendo queste norme, è se il legislatore abbia mai giocato al calcio o finga di non conoscerlo.

A quale logica risponda il distanziare i calciatori sugli autobus, l’imposizione di festeggiare un goal con un contatto di gomito o piede, il far entrare le squadre avversarie una dopo l’altra quando poi nei 90 minuti di gioco gli stessi staranno fisicamente incollati, si strattoneranno, saranno a contatto di pelle (sudata), si parleranno e respireranno a pochi cm di distanza?

Il non plus ultra della mancanza di logica poi si trova nelle regole che riguardano la vita privata: oltre al fatto che ai giocatori viene chiesto di vivere in quarantena, senza contatto con i vicini e senza ricevere visite, le medesime restrizioni vengono applicate anche a tutti i membri della famiglia! Se necessario, un membro della famiglia potrà uscire per un breve giro di shopping, ma al giocatore stesso non è permesso farlo.

Il protocollo specifica in diverse pagine le regole di igiene da osservare in famiglia, dal lavaggio delle mani a come preparare il cibo.

Come diceva un famosissimo giornalista televisivo, la domanda sorge spontanea: come ed in base a quale potere una lega calcistica può imporre delle regole di vita e delle restrizioni comportamentali così forti a membri non tesserati? Con quale potere si può imporre ad una moglie o figlio di un calciatore di fare un “breve” giro di shopping? Le società dovranno contrattualizare anche loro per pretendere tali comportamenti?

La risposta più banale a questi dubbi sta nel fatto che ci si trova di fronte al più banale asservimento di una categoria ( calciatori) al potere del calcio e delle scommesse che ruotano intorno a questo mondo. Anche stavolta il Dio danaro impone, cinicamennte, il suo potere incurante dei pericoli e delle possibili nefaste conseguenze che potrebbero derivare alla salute delle persone.

Le tante ed inutili regole contenute nelle 51 pagine della lega tedesca altro non sono che un furbo codice, degno del miglior ” dottor Azzecca-garbugli”, utile per far ripartire la lucrosa macchina del calcio, nell’impossibilità di superare i dubbi e le incertezze legate a questa malattia tuttora sconosciuta.

Presto gli altri stati, le altre leghe calcistiche, subendo le medesime pressioni, faranno a gara ad adeguarsi rincorrendo la più lesta e furba Germania: The show must go on”!

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Redazione Tutto Sud News

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