La Regione Calabria condannata dal Tar a pagare le spese per avere escluso illegittimamente da un concorso alcuni candidati

 La Regione Calabria condannata dal Tar a pagare le spese per avere escluso illegittimamente da un concorso alcuni candidati

Il TAR Calabria, con ordinanza n. 498/2022, emessa in via cautelare, ha sconfessato l’operato della Regione Calabria che, con provvedimento del Dipartimento “Organizzazione e Risorse umane”, diretto dal dott. Tommaso Calabrò, aveva escluso da una procedura concorsuale aperta ai lavoratori titolari di contratto di lavoro flessibile ai fini della loro stabilizzazione, aveva escluso alcuni candidati in quanto ritenuti non rientranti fra quelli da stabilizzare perchè titolari di partita IVA e, quindi, non rientranti nella nozione di “lavoro flessibile”.

I lavoratori interessati, appena ricevuto il provvedimento di esclusione, sicuri delle loro buone ragioni, sono subito insorti ed hanno presentato una articolata richiesta di autotutela all’Amministrazione regionale, sostenendo, alla luce di copiosa giurisprudenza, il loro pieno diritto a partecipare al concorso. A loro sostegno hanno addotto il difetto di adeguata istruttoria, nonchè di motivazione in quanto l’atto era basato sulla mera qualificazine del contratto e non sull’esame analitico delle clausole contenute dalle quali, in modo palese, si rinvenivano tutti i caratteri di un rapporto di lavoro flessibile, come lo svolgimento dell’attività nella sede regionale, la sottoposizione ai dirigenti, l’utilizzo di attrezzature e beni dell’amministrazione. La giurisprudenza citata, infatti, consentiva un’ampia accezione della nozione di lavoro flessibile in conformità alla finalità della legge, la cosiddetta “legge Madia” tesa a ridurre il numero dei precari attraverso percorsi di stabilizzazione. A nulla, però, è servita la richiesta di autotutela, in quanto la il Dipartimento non ha fatto alcun passo indietro, nonostante le buona e motivate ragioni esposte dai lavoratori che, messi alle strette, si sono dovuti rivolgere al TAR, difesi dagli avvocati Alfredo Gualtieri e Demetrio Verbaro del foro di Catanzaro, per avere giustizia e non perdere quest’unica occasione per trasformare il loro lavoro da precario a stabile. Il TAR Calabria, aderendo pienamente all’orientamento giurisprudenziale, disatteso invece dalla Regione, in base al quale la nozione di lavoro flessibile deve essere interpretata in senso ampio ricomprendendo le più disparate tipologie di lavoro, quando si accerti che la disciplina negoziale, approntata dalle parti, ne consenta, come nei casi esaminati, la riconduzione alla più ampia tipologia di lavoro flessibile. In conclusione il TAR da piena ragione ai lavoratori e bacchetta la Regione sospendendo il provvedimento di esclusione, ammette i candidati al concorso e condanna la stessa Regione a pagare le spese e comptenze del giudizio, oltre IVA e altri oneri di legge. Insomma, un bel colpo incassato dalla la Regione e, soprattutto, chi ha gestito la vicenda, non ne esce certamente bene!

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Redazione Tutto Sud News

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