Gli Stati Uniti in piena tempesta COVID-19: nelle ultime 24 ore sono morte 1.150 persone per un totale che raggiunge quota 10.783. I contagiati sono 366 mila. Questo èquanto emerge dai dati diffusi dalla John Hopkins University.

L’Europa, il continente che conta, attualmente, il numero più alto di decessi, sperava in una conferma di proiezioni al ribasso mostrati nel fine settimana, quando il numero di morti è calato nei due paesi in prima linea, Italia e in Spagna.

Ma, se la tendenza è continuata in Spagna, i risultati non si sono ripetuti in Italia, con ulteriori 636 morti in 24 ore. Anche la Francia ha annunciato un numero significativo di decessi, 833 in più, 8.911 dall’inizio di marzo.

Il Regno Unito, con il fiato sospeso per le condizioni critiche di salute del premier Boris Johnson, è diventato, con oltre 50.000 persone risultate positive e 5.373 morti, uno dei paesi più colpiti del Vecchio Continente.

Cifre notevoli anche nella Repubblica federale tedesca: secondo l’istituto Robert Koch, sono saliti a 99.225 i contagi, con 3834 nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore. I morti sono 1607, 173 in più di ieri.

La tollerante e “diversa” Olanda, inizia ad aver paura con i suoi 20.000 contagi ed il governo, non volendo trovarsi ad ammettere gli stessi errori di sottovalutazione dei vicini inglesi, sta iniziando a stringere gli spazi di libertà, impresa alquanto difficile da far accettare ad un popolo tra i più restii a farsi ingabbiare.

Tira un sospiro di sollievo la Cina che comunica i decessi zero per la prima volta dal 23 gennaio, data di inizio del conteggio su base quotidiana della pandemia e dell’annuncio della chiusura della provincia dell’Hubei e del suo capoluogo Wuhan, l’epicentro del contagio. Ma il dato riguarda i contagi cd interni, quelli “importati”, invece, sono saliti, coi 32 di lunedì, a quota 983.

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