8 marzo: onoriamo questa data per il grande valore che in ogni momento rappresentano le donne nella società

 8 marzo: onoriamo questa data per il grande valore che in ogni momento rappresentano le donne nella società

L’8 marzo, Festa della donna, rappresenta la celebrazione dei diritti e delle conquiste sociali delle donne e serve, ogni anno, a ricordare le discriminazioni e le violenze che ancora colpiscono il genere femminile in Italia e in tutto il mondo.

Nonostante alcune significative conquiste, soprattutto a partire dalla seconda metà del secolo scorso, restano ancora gravi i fenomeni di sfruttamento e di emarginazione delle donne.

Un dato per tutti: del miliardo e 300 milioni di persone che nel mondo vivono in condizioni di povertà il 70% è costituito da donne.

Sicuramente  in Italia quest’anno sarà un 8 marzo diverso. La giornata internazionale dei diritti delle donne, una giornata di festa collettiva è stata pesantemente ridimensionata per il difficile momento che sta attraversando il nostro Paese alle prese con l’emergenza coronavirus.

Ma le tematiche portate avanti in anni di lotta dalle donne restano di estrema attualità e al centro del senso dell’8 marzo, a partire dai femminicidi, dai bassi tassi di occupazione che ci vedono agli ultimi posti in Europa, dalla disparità salariale, ai numeri ancora esigui della rappresentanza politica che testimoniano come le “quote rosa” non bastano.

Dal 2 giugno 1946, quando in occasione del Referendum per la scelta tra monarchia e repubblica, le donne votarono per la prima volta, molte leggi sono state emanate dal parlamento italiano in direzione di una vera “parità di genere”. Ma se ancora sono forti i fenomeni di discriminazione, scarsa rappresentanza, sottovalutazione del ruolo femminile nella società, significa che in Italia ci vorrà ancora del tempo per raggiungere  un’effettiva uguaglianza tra uomo e donna.

Continueremo con tenacia e determinazione a portare avanti queste nostre battaglie, sapendo che l’Italia è un grande Paese, con uno dei migliori sistemi sanitari del mondo, come sta dimostrando in questo momento particolarmente impegnativo per l’emergenza COVID-19.

Donne e uomini che stanno incessantemente lavorando in prima linea per contenere la diffusione del virus e salvare vite umane, dando al Paese un esempio concreto di coesione e solidarietà in un tempo in cui le paure irrazionali e l’odio sembrano prevalere.

Il nostro invito, come donne, è quello di non farci prendere dal panico ma di rafforzare i legami di comunità attraverso la condivisione del dolore di chi sta male, di chi per questa infezione ha perso la vita ( sappiamo essere soprattutto gli anziani).

E agli anziani che soffrono vogliamo rappresentare i sentimenti della nostra vicinanza. A loro che rappresentano la nostra storia, la nostra memoria, che hanno ricostruito l’Italia dopo la follia della seconda guerra mondiale, tanto da farlo diventare uno dei Paesi culturalmente ed economicamente più avanzati al mondo.

L’Italia in questo momento è messa alla prova, come nel periodo della peste, sulla quale 

Alessandro Manzoni si era ben documentato. Il grande scrittore descrive la follia, la psicosi che si era ingenerata nella popolazione, le teorie assurde sulla sua origine, la caccia all’untore (lo straniero). Ma c’e una cosa che Manzoni descrive bene e riprende da Boccaccio che la peste l’aveva vista, con tutto il corollario di morti tra parenti e amici. Per Boccaccio l’effetto più terribile della peste era la distruzione del vivere civile. La peste metteva gli uomini l’uno contro l’altro. A questa follia, Boccaccio rispondeva con il “Decameron”, un grande inno alla vita e alla buona civiltà. Manzoni rispondeva con la fede e la cultura, che non evitano i guai ma insegnano come affrontarli.

In questo particolare momento del Paese, messo dinanzi alla prova più grande, le donne, demolendo stereotipi di genere e pregiudizi inconsapevoli, saranno capaci di dare un contributo fondamentale per superare l’emergenza, riscoprire il valore della vita, della solidarietà e dell’amore per gli altri.

A cura di: dott.ssa Serenella Pesarin – Presidente “Consolidal Sezione romana” ,dott.ssa Simona Montuoro Segretario “Consolidal Sezione romana”
dott. ssa Patrizia Micoli Socia Fondatrice “Consolidal Sezione romana”

Dott.ssa Simona Montuoro Segretario “Consolidal Sezione romana”

Dott. ssa Patrizia Micoli Socia Fondatrice “Consolidal Sezione romana”

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