Coronavirus: come valutare il rischio

 Coronavirus: come valutare il rischio

Da qualche mese un argomento comune per tutti, dai telegiornali al web è quello del Coronavirus.

I coronavirus (CoV) sono un’ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie come la MERS (sindrome respiratoria mediorientale, Middle East respiratory syndrome) e la SARS (sindrome respiratoria acuta grave, Severe acute respiratory syndrome) e sono chiamati così per le punte a forma di corona che sono presenti sulla loro superficie.

La facilità di trasmissione di questo virus è sicuramente un evento psicologicamente critico e d’impatto per ogni essere umano, ma la percezione del rischio nei cittadini è estremamente elevata rispetto ai dati oggettivi forniti dal Ministero della Salute, consultabile sul sito: http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus

E’ importante reperire le informazioni dai siti ufficiali per non generare ansia e preoccupazione estrema, proprio per questo sono stati attivati dalle nostre Istituzioni e Reti Sanitarie una serie di servizi e interventi per rilevare l’andamento della diffusione del Virus e per la cura dei contagiati in tutta la Penisola.

Sono state avviate delle misure cautelari da parte delle Istituzioni, molto significative e protettive per noi cittadini: la chiusura delle scuole, il rinvio di eventi formali, convegni e concorsi pubblici, inoltre gli Ospedali si sono attivati per offrire un servizio efficace ed efficiente nonostante sia un virus non conosciuto in modo da poter avere una valutazione chiara da parte del Sistema Sanitario.

I dati ufficiali riportano molti casi positivi che sono guariti a cui non viene data molta importanza, ma che sono fondamentali per comprendere la bassa percentuale di mortalità, circa il 3%, infatti non viene “specificato” che il virus è pericoloso ma potrebbe diventare letale qualora nell’individuo sono presenti patologie pregresse.

Quali aspetti psicologici ed emotivi entrano in gioco?

Nei momenti di emergenza la paura e l’irrazionale rischiano di prendere il sopravvento, è opportuno prendersi cura di sé non esponendosi al rischio, ma bisogna anche prendere atto delle informazioni che vengono trasmesse, alcune inadeguate e non basate su dati oggettivi.

Si può evidenziare un intenso trauma psicologico e collettivo sulla “fama” che il Virus sia pericoloso e letale che ha generato una “psicosi collettiva”. La traumatizzazione psicologica si basa su due livelli: personale per le persone direttamente colpite e collettivo per le immagini e le informazioni che vengono filtrate dai vari canali (TV, Web, Social), la continua mole di informazioni porta il nostro Sistema Nervoso ad un continuo stato di allerta e paura e questo aspetto è visivamente tangibile dagli scaffali vuoti dei Supermercati, dall’assalto nelle Farmacie per l’acquisto di mascherine e disinfettanti, dalla poca gente presente nelle piazze.

La “percezione del rischio” può essere distorta e amplificata sino a portare a condizioni di panico che non solo sono quasi sempre del tutto ingiustificate ma aumentano il rischio perché portano a comportamenti meno razionali e ad un abbassamento delle difese, anche biologiche, dell’organismo.

Quando si incontra un potenziale rischio, il cervello fa una rapida ricerca di esperienze passate con esso, se riesce facilmente a raccogliere più ricordi allarmanti, il cervello conclude che il pericolo è alto ma spesso non riesce a valutare se quei ricordi siano veramente rappresentativi.

I ricercatori hanno scoperto che le persone usano una serie di scorciatoie mentali per misurare il pericolo e tendono a farlo inconsciamente, il che significa che l’istinto può svolgere un ruolo molto più grande di quanto si rendano conto.

CONSIGLI PRATICI PER I NOSTRI LETTORI

Per qualsiasi informazione è meglio visionare il sito ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/

Bisogna ricordare che l’eventuale esposizione al virus non è sinonimo di malattia, la contagiosità non equivale alla reale pericolosità per la salute umana. Ci sono ulteriori indicazioni pratiche emanate dal Ministero della Salute per ridurre il pericolo di contagio:

– lavarsi spesso le mani,

– evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute,

– non toccarsi occhi naso e bocca con le mani,

– pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol.

            Avere timori e paura è normale ma un’ansia generalizzata, angoscia o panico, non aiutano, anzi, sono controproducenti.

Sarebbe opportuno, che le famiglie diano sicurezza ai loro bambini, non sovraccaricandoli di notizie o immagini non adatte a loro, attenti osservatori che notano le incongruenze tra ciò che gli viene comunicato e il comportamento messo in atto.

E’ nostro dovere civico porre i nostri soci e i cittadini ad alcune riflessioni e ad adottare le misure preventive dettate dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore della Sanità per tutelare la salute mentale e fisica di ogni individuo.

L’Associazione Consolidal- Sezione Romana è a disposizione dei cittadini per fornire le giuste indicazioni e per supportare e affrontare al meglio questo evento sia a livello psicologico che informativo mettendo in campo tutte le nostre competenze.

Siamo vicini alle persone colpite, alle loro famiglie e a tutti i professionisti che lavorano con grande responsabilità per dare assistenza.

A cura di:

Dott.ssa Serenella Pesarin, Presidente CONSOLIDAL- Sezione Romana

Dott.ssa Assunta Zaffino, Rappresentante delle Donne e Segretario Regionale “CONSOLIDAL-Sezione Romana”

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