Assunzioni irregolari al Consorzio di Bonifica di Trebisacce: l’assessore regionale Gallo chiede l’annullamento del provvedimento

 Assunzioni irregolari al Consorzio di Bonifica di Trebisacce: l’assessore regionale Gallo chiede l’annullamento del provvedimento

La Deputazione amministrativa del Consorzio di Bonifica dello Ionio cosentino con sede a Trebisacce, con un atto approvato il 10 agosto, ha provveduto ad assumere a tempo determinato, a chiamata diretta, con qualifica impiegatizia e/o di personale di campagna stagionale, ma anche a trasformare rapporti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, una trentina di persone motivando tale provvedimento con la necessità di rafforzare gli organici, consentire la realizzazione delle proprie finalità istituzionali, implementare il personale consortile e potenziare uffici, settori ed aree.

Tale provvedimento, non adeguatamente motivato,  pieno di rinvii ad atti dichiarati come allegati ma non pubblicati sul sito, nonché ad altri atti deliberativi di gestione o di programmazione non inerenti l’oggetto del deliberato, sembrerebbe in aperto contrasto con la normativa vigente ed in violazione delle norme sulla competenza degli organi consortili.

Infatti, secondo esperti del settore, l’atto per essere adottato avrebbe dovuto essere preceduto dalla modifica del Piano Organizzativo Variabile che è il provvedimento con il quale viene definita la struttura organizzativa sulla base delle funzioni istituzionali dei Consorzi di bonifica e delle connesse esigenze organizzative. Tale atto in base alla legge che disciplina i Consorzi, è di competenza del Consiglio dei delegati, quindi sussisterebbe un vizio di eccesso di potere e incompetenza dell’organo deliberante.

La sede del Consorzio

Inoltre, nella delibera adottata si da prioritariamente mandato alla direzione generale di rivalutare e revisionare il Piano Organizzativo Variabile per renderlo conforme alle rinvenute esigenze del Consorzio, ma al tempo stesso si procede ad assunzioni, proroghe di contratti di lavoro, trasformazioni di contratti da tempo determinato a indeterminato, potenziamento di uffici senza aver prima predisposto e sottoposto all’approvazione del Consiglio dei delegati l’atto propedeutico. Insomma, per quanto sembra trasparire dalla delibera, da un lato si riconosce l’esigenza di rivedere il Piano Organizzativo per adeguarlo alle sopravvenute esigenze, tant’è che si incarica la Direzione generale di procedere in tal senso ma, senza attendere tale atto, con una palese contraddizione e assoluta illegittimità, si assume il personale pur in evidente carenza dell’atto fondamentale in mancanza del quale non è possibile procedere alle assunzioni.

La delibera, sempre secondo alcuni esperti, sarebbe priva di qualsiasi quantificazione dei costi relativi ad ogni unità di cui si dispone l’assunzione, la trasformazione o proroga del rapporto di lavoro; peraltro, per il personale di campagna, si prevede un numero minimo di ore rinviando la valutazione  della totalità delle giornate lavorate da espletarsi, in funzione dell’andamento climatico e della programmazione delle attività di manutenzione, per cui risulta indeterminata ed, al momento indeterminabile, la somma necessaria per il pagamento delle prestazioni lavorative e degli oneri riflessi. Inoltre, la spesa per il personale avventizio, indicata in delibera, per euro 59.180,00 è intesa (per come espressamente specificato nella delibera) quale valore minimo rispetto alle giornate lavorate, ben potendo essere maggiore e, quindi, senza adeguata copertura finanziaria.

Inoltre la delibera dispone di demandare al RUP l’avvio delle ulteriori maestranze, senza quantificarne gli oneri e la relativa copertura. In delibera si cita un piano di programmazione della manodopera che si dichiara unito all’atto, ma che non risulta allegato alla delibera pubblicata sul sito internet, per cui non si può conoscere il numero di personale di cui si è programmata l’assunzione.

Pertanto, l’atto sembra carente di qualsiasi certa quantificazione degli oneri che ne derivano e, quindi, senza adeguata copertura finanziaria, privo di effetti giuridicamente vincolanti. Insomma, se così è, l’atto sarebbe del tutto illegittimo. Pare che alcuni consorziati si siano opposti al provvedimento chiedendone l’annullamento perchè creerebbe un ingiustificato aumento delle spese che ricadrebbe su di loro.

Sulla vicenda è prontamente intervenuto l’Assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo che ha contestato il provvedimento invitando il Consorzio ad annullarlo in via di autotutela. Ma l’invito non è stato ascoltato e con determinazione è tornato alla carica riaccendendo i riflettori sulla delibera evidenziandone la irregolarità.

“La preventiva contrarietà della Regione a tale iniziativa – ricorda l’Assessore Gallo – non è stata tenuta in alcun conto dai vertici del Consorzio, che nell’esercizio della propria autonomia gestionale e giuridica hanno invece ritenuto di procedere ad assunzioni giustificate con la necessità di sopperire ai vuoti aperti dai recenti pensionamenti, scegliendo la via della chiamata diretta e senza tenere in alcun conto le difficoltà di ordine finanziario che paralizzano le attività dell’ente”.

Prosegue Gallo: “Eravamo e restiamo fermamente contrari a nuove assunzioni, slegate da una complessiva riorganizzazione del sistema consortile e da una preliminare valutazione della sostenibilità dei costi sul medio e lungo periodo. Ci conforta sapere che organizzazioni di categoria e sindacati, condividendo le critiche all’atto adottato dal Consorzio e la posizione da me espressa, abbiano sostenuto anche pubblicamente il bisogno di un’inversione di rotta”. Da qui, aggiunge l’Assessore, “l’esortazione allo “Jonio Cosentino” a voler procedere in autotutela alla revoca della delibera in questione, ferma restando l’attivazione dei poteri di vigilanza e controllo da parte della Regione, a tutela dei diritti dei consorziati e della stessa credibilità dei Consorzi, il cui operato è indispensabile per l’agricoltura calabrese”.

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