Calciomercato Napoli, la solita lunga telenovela

 Calciomercato Napoli, la solita lunga telenovela

 

Non è facile essere tifoso del Napoli nei giorni del calciomercato. Tante promesse e lunghe attese si succedono in un mondo che oramai si muove veloce e deciso. La società partenopea no. Vive di idee improvvisate e senza quello che viene definito un piano “b”. Ricordo ancora la lunga ed estenuante trattativa per portare Inler da Udine. Durò tre anni quella trattativa, sbloccatasi solo dopo il “finto” interesse della Juventus che poi dirottò i suoi interessi su Vidal, anche questo un obiettivo del Napoli. Era l’estate del 2011, sono cambiati i dirigenti ma non la politica approssimativa degli uomini di De Laurentiis.

Solo l’avvento di Rafa Benitez sembrava aver posto fine a questo incomprensibile comportamento. Reina, Albiol, Koulibaly, Ghoulam, Jorginho, Callejon, Higuain, Mertens, furono acquistati con una decisione che faceva ben sperare. Un mix di scommesse e campioni affermati che nelle loro società non riuscivano a trovare spazio o che, più semplicemente, ancora non avevano espresso tutto il loro valore. A leggere la formazione attuale, con l’aggiunta di Insigne e fatta eccezione del Pipita, il Napoli ancora oggi basa le sue fortune sui giocatori voluti da Benitez e sul lavoro da lui iniziato. Per i tifosi azzurri quella speranza di un nuovo futuro, vero e proprio miraggio, durò solo un anno. Nonostante tutto dopo la scorsa fallimentare sessione estiva, per tutto il mese di gennaio, hanno sperato fino all’ultimo secondo che la loro squadra venisse rinforzata con acquisti mirati e che venisse inviato un forte messaggio alla Torino bianconera.

Verrebbe da dire che dopo la telenovela estiva dei portieri la storia si è ripetuta. Dopo il rifiuto neanche troppo sorprendente di Verdi, sono stati numerosi i nomi dei calciatori accostati al Napoli. Bernard dello Shaktar non è stato molto considerato, Klaassen dell’Everton era solo un’allettante proposta che poco intrigava Sarri, ma che sarebbe stato il prospetto ideale per il post Hamsik, Delofeu del Barcellona è stato a lungo un’idea che però non entusiasmava, Lucas Moura del PSG aveva un ingaggio troppo elevato, Younes dell’Ajax era stato dato certo per una cifra “misera” ma si è dissolto nell’aria come una bolla di sapone. Per chiudere questo lungo elenco, l’uomo su cui erano state puntate le speranze di un miglioramento era Politano del Sassuolo, già rifiutato nella scorsa estate alla Fiorentina. Non un fuoriclasse già fatto, di quelli abituati a vincere, ma un’altra figura che pur dotata tecnicamente non avrebbe spostato gli equilibri dei valori in campo. Nonostante tutto la Juve e Marotta hanno impedito come i bravi di manzoniana memoria che il matrimonio si compisse.

Indubbiamente Sarri aveva puntato tutto sull’estroso trequartista del Bologna che con il suo rifiuto ha gettato la società nello sconforto, ma tra i tifosi c’è molta incredulità nell’accettare che vi sia la totale mancanza di idee alternative. Un nome su tutti avrebbe potuto essere Rashica del Vitesse, esterno estroso ceduto in questa finestra di mercato dal Vitesse al Werder Brema , che avrebbe potuto far rifiatare Callejon e, nei momenti di difficoltà, saper “strappare” ed aggiungere un estro diverso da quello dell’ala spagnola.

Se l’”affaire” Younes ancora oggi non è stato ben capito e, altresì, non spiegato quello di Politano, può essere considerato una farsa o, se vogliamo, una sceneggiata. Anche un bambino aveva capito che dopo l’intervento e l’azione di disturbo di Marotta poco ci sarebbe stato da fare per l’acquisizione del calciatore del Sassuolo. E’ fuor di dubbio che la Juventus ha una forza “politica” superiore di gran lunga a quella del Napoli. Viene da dubitare se il duo De Laurentiis e Sarri non trovi in tutto ciò una scusante per la loro mancanza di volontà di ingaggiare giocatori di livello per evitare di investire somme ingenti o perché una rosa troppo forte non sarebbe semplice da gestire. Fastidioso è il loro modo di reagire con i soliti piagnistei. Nessuna azione concreta che potesse far desistere Squinzi e Carnevali dal patto sancito con i bianconeri. Tanto tardiva la mega offerta di 28 milioni da sembrare la fotocopia della trattativa che nell’estate 2015 vide De Laurentiis protagonista con la Sampdoria per l’acquisizione di Soriano. Ancora una volta una squadra che fa ostracismo ed una incapacità della dirigenza napoletana alla quale nessuno riesce a dare una spiegazione vera, se non trovando le solite scuse di circostanza.

Sarebbe da sciocchi non considerare fuori tempo l’ultima offerta inoltrata al Sassuolo da Giuntoli, il quale incassando l’ennesimo rifiuto e, prendendo atto dell’accordo tra Carnevali e Marotta, avrebbe avuto il tempo necessario per cercare nuove figure. Una di queste, Farias del Cagliari, che il Napoli avrebbe voluto inserire nell’affare Politano, e praticamente da considerare affare concluso, sicuramente non avrebbe impoverito la rosa attuale.

Come due anni fa, quando era nella stessa posizione di classifica, il Napoli non ha saputo migliorarsi, riuscendo addirittura a indebolirsi con le cessioni di Maksimovic e Giaccherini, entrambi prigionieri di Sarri e delle sue idee. L’ingaggio della giovane promessa Machach, che di ruolo è centrocampista e va ad inserirsi nel reparto più affollato, si aggiunge agli acquisti di Ounas e Mario Rui. Troppo poco per una squadra ambiziosa.

Oggi davanti a tante incertezze il futuro del Napoli sarà legato esclusivamente alle prestazioni di calciatori, che non avranno modo di tirare il fiato per le numerose partite che mancano da qui alla fine del campionato e che dovranno onorare concretamente le fasi finali di Europa League. Questo Napoli ha bisogno di vincere prima che venga scritta l’ultima pagina di una bella storia iniziata con il buon Rafa. Sarri non può tirarsi dietro. Sarebbe complicato trattenere i giocatori se la stagione finisse con “zero tituli”.

Giuseppe Panella

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