Tempi duri per i finti malati nel pubblico impiego: da oggi nuove regole per le visite fiscali

 Tempi duri per i finti malati nel pubblico impiego: da oggi nuove regole per le visite fiscali

Da oggi parte il Polo unico per le visite mediche di controllo per i lavoratori pubblici; pertanto, varranno le stesse regole già in vigore nel settore privato. Tutto ciò per combattere l’assenteismo mascherato da finte malattie.

I controlli, con il nuovo sistema, saranno effettuati dall’INPS e non più dalle Aziende Sanitarie, come è avvenuto fino ad ora. Sarà, quindi, l’INPS ad inviare il medico fiscale a casa dei dipendenti malati e non sarà più necessaria la richiesta del datore di lavoro. Sono previste visite fiscali d’ufficio e anche più volte nella stessa giornata. Pertanto, con il nuovo sistema, i pubblici dipendenti, come già avviene nel privato, da oggi avranno meno possibilità di farla franca.

L’obiettivo della riforma è, infatti, quello di abbattere le assenze di chi si finge malato, fenomeno molto diffuso specie nei giorni vicini ad una festività o un fine settimana.

Il fenomeno delle assenze per malattia tra i dipendenti pubblici è più accentuato nelle Isole e nel Sud, rispettivamente con 13,05 e 12,31 giorni. Nel settore privato le assenze sono maggiori nel Mezzogiorno, con una media di 5,75 giorni. Notevoli anche le differenze sui lavoratori non trovati in casa nel momento della visita fiscale: nel 2016 erano il 3,1% per il settore privato, il 9,7% per quello pubblico.

Nel breve termine si prevede di effettuare almeno 500 mila verifiche e realizzare un risparmio per la pubblica amministrazione stimolando una più alta produttività del lavoro, nonchè ridurre l’attuale differenza tra le assenze registrate nel settore pubblico (11 in media all’anno ) rispetto a quello del privato e, nell’ambito della Pubblica amministrazione, uniformare le percentuali d’assenza sul territorio nazionale, con 9,8 giorni di media registrati nel 2015 a Nord-Est contro i 13 nel Sud.

Il giro di vite sulle assenze per malattia, voluto dal ministro per la Semplificazione e la pubblica amministrazione, Marianna Madia,si realizzerà, oltre che con l’aumento delle verifiche, anche grazie alle nuove modalità che prevedono visite reiterate anche nella stessa giornata, concentrate, in particolare, nei giorni a ridosso dei fine settimana e dei ponti, in cui frequentemente si moltiplicano gli eventi di malattia.

Ovviamente il nuovo sistema dovrà fare i conti con le risorse necessarie per sostenere i costi delle visite, nonché con il numero dei medici, non sufficiente, specie in alcune regioni. Per far fronte a questo problema, l’INPS prevede di indire un bando per nuovi medici a cui estendere la convenzione.

Il nuovo sistema sarà governato da un potente software, chiamato «Savio» che analizzerà le assenze dei dipendenti individuando quelli più sospetti e indagando sulle storie personali mediche dei lavoratori; in particolare se un lavoratore dovesse ammalarsi frequentemente di venerdì o di lunedì, la verifica sarà automatica, con controlli mirati e la scelta di dove mandare i medici a fare le visite fiscali non sarà casuale ma legata alle verifiche effettuate. Pertanto, il dipendente malato dovrà rimanere tra le mura domestiche anche se ha già ricevuto la visita dei medici fiscali. Se dovesse rientrare in uno dei casi sospetti – sia statisticamente che come storia personale – potrebbero tornare a casa sua dopo qualche ora a controllarlo di nuovo.

Se il lavoratore non si fa trovare a casa dai medici per la visita fiscale nelle fasce di reperibilità, scattano le sanzioni disciplinari previste dai contratti collettivi di ogni singolo comparto. Comunque il lavoratore, a prescindere dalla presenza o meno dello stato di malattia, ha 15 giorni di tempo per motivare la sua assenza: se la giustificazione non arriva o non è ritenuta valida, si avvia un procedimento disciplinare che può arrivare alla decurtazione dello stipendio e nei casi più gravi può anche costituire giusta causa di licenziamento.

Il lavoratore non reperibile, come prevede il nuovo Testo unico del Pubblico impiego, incorre nelle sanzioni economiche e disciplinari: tra queste la riduzione della retribuzione del 100% per i primi 10 giorni di malattia; la riduzione della retribuzione del 50% per i giorni seguenti; il licenziamento con o senza preavviso. L’assenza sarà considerata giustificata se il lavoratore doveva sottoporsi a terapie salvavita e accertamenti diagnostici, oppure nei casi di infortuni sul lavoro, malattie professionali e patologie connesse all’invalidità.

L.B.

 

 

 

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Redazione Tutto Sud News

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